Battaglie di cavalieri e cavalli storiche e memorabili, Un esempio di Fierezza e Onore
La carica è stata la manovra dominante e il momento chiave tattico decisivo di più battaglie nella storia. Il valore dirompente di un attacco alla carica è stato sfruttato sin dagli albori dell’arte militare, specialmente nelle tattiche di cavalleria, sia con formazioni composte da cavalieri in armatura sia con truppe a cavallo più leggere.
Tuttavia, storici come John Keegan hanno dimostrato (in particolare, ne Il volto della battaglia) che quando una carica di cavalleria fronteggiava truppe appiedate ben organizzate a difesa, generalmente prevalevano i fanti.
In questi casi, i cavalli evitavano la massa densa di nemici o l’unità di cavalleria stessa si infrangeva contro gli avversari e si divideva perdendo di efficacia. Questo esito è riportato, per esempio, nella scena della battaglia nel film Waterloo o Braveheart.
Al contrario, quando e se le cariche di cavalleria avevano successo, ciò era dovuto principalmente alla formazione difensiva che spesso, presa dal panico, si separava e fuggiva, esponendosi ad un micidiale inseguimento successivo delle truppe a cavallo (che avevano gioco facile su bersagli isolati, relativamente lenti e raggiunti di spalle o lateralmente).
Battaglia di Patay (18 giugno, 1429): carica della cavalleria pesante francese contro l’esercito inglese. Per la prima volta vengono sconfitti arcieri armati di arco lungo in uno scontro diretto, segnando una punto di svolta nella guerra dei cent’anni.
Battaglia di Vienna (11–12 settembre, 1683): 20 000 cavalieri dell’esercito polacco-austro-tedesco comandato dal re polacco Jan III Sobieski con un’avanguardia di 3000 ussari pesantemente armati, caricano le linee ottomane. La più grande carica di cavalleria della storia.
Battaglia di Salamanca (22 luglio 1812) descritta come probabilmente la carica più devastante compiuta da una singola brigata di cavalleria in tutto il periodo napoleonico: la brigata di cavalleria pesante del maggior generale britannico John Gaspard Le Marchant (5º reggimento di dragoni della Guardia, 3º e 4º dragoni) distrusse battaglione dopo battaglione la fanteria francese.
Battaglia di Waterloo (18 giugno, 1815): 2 000 cavalieri inglesi caricano la fanteria francese e 9 000 cavalieri francesi caricano la fanteria inglese.
Carica di Pastrengo (30 aprile 1848): compiuta dagli “Squadroni da Guerra” dei Carabinieri Reali assegnati alla protezione del Re Carlo Alberto di Savoia. Il re Carlo Alberto, portatosi tra la brigata Cuneo e la brigata Piemonte, partecipò all’azione condotta dal maggiore Alessandro Negri di Sanfront con i tre squadroni di Carabinieri Reali, precedentemente fatti segno di una nutrita scarica di fucileria. La carica valse a rompere la linea nemica, composta da due battaglioni austriaci.
Battaglia di Cornuda (8/9 maggio 1848): carica compiuta dai Dragoni pontifici.
La carica della brigata leggera (25 ottobre, 1854) nella battaglia di Balaclava della Guerra di Crimea.
Carica di Pickett (Pickett’s Charge) 3 luglio 1863 battaglia di Gettysburg; guerra di secessione americana, carica di fanteria.
Battaglia di Opequon (19 settembre, 1864): la più grande carica di cavalleria della guerra di secessione americana.
Seconda battaglia di Franklin (3 novembre, 1864): la più grande carica di fanteria durante la guerra di secessione americana.
Carica del 21º Lancieri nella Battaglia di Omdurman, (2 settembre, 1898): 400 cavalieri inglesi caricano 2 500 dervisci del Mahdi.
Carica del 4º Cavalleria leggera nella Battaglia di Beersheba (31 ottobre, 1917): due reggimenti australiani di cavalleria leggera caricano un numero imprecisato di fanti turchi trincerati e sostenuti dalla artiglieria austriaca. Questo episodio è spesso considerato “l’ultima carica di cavalleria riuscita della storia”.
Carica del 7° Lancieri di Milano (19 giugno,1918) nella battaglia del Solstizio, nota come la carica di S. Pietro Novello, presso Monastier di Treviso, tre squadroni con circa 300 lancieri caricarono all’aurora, comandati e condotti dal Conte di Senigallia Capitano Gino Augusti, annientarono un intero battaglione di austro-ungarici di 2.000 uomini, evitando così per sempre lo sfondamento della linea Piave. Eroica azione dove, tra l’altro, Ernest Hemingway, che prestava servizio sul fronte di guerra, con la Red Cross americana, rimase gravemente ferito e servì come ispirazione per il capolavoro di “Addio alle armi”. Fu l’ultima e decisiva carica italiana della prima Guerra mondiale.
Carica del 7º Dragoni, (11 novembre, 1918): cavalleria britannica effettua una carica opportunistica sulla fanteria tedesca per catturare Lessines e gli incroci di Dendre in Belgio. Fu l’ultima carica di cavalleria della prima guerra mondiale e l’azione terminò nel momento in cui scoccavano le ore 11 che segnavano la fine delle ostilità.
Battaglia di Krojanty (1º settembre, 1939): una carica di cavalleria che diede origine al mito della cavalleria polacca che caricava i carri armati tedeschi.
Battaglia di Agordat: il Gruppo Bande Amhara comandato dal tenente Amedeo Guillet carica ripetutamente una colonna di autoblindo inglesi; eroico il gesto del tenente Roberto Togni, che con una trentina di cavalieri caricò alcuni carri armati Mk II Matilda per permettere la ritirata del resto del gruppo (di quel drappello non sopravvisse nessuno); fu l’ultima carica di cavalleria in Africa.
Assedio di Bataan (16 gennaio, 1942): il 26º Reggimento Cavalleria americano effettuò una carica a cavallo contro posizioni giapponesi con i cavalieri armati di pistola. Si tratta dell’ultima carica a cavallo di truppe degli Stati Uniti in battaglia.
Carica di Izbušenskij (24 agosto 1942): una delle ultime cariche nella storia della cavalleria, eseguita dal Reggimento 3º Reggimento “Savoia Cavalleria” contro l’812º Rgt. siberiano sul fronte russo.
Carica di Jagodnj (22 agosto 1942): effettuata dai 5º Reggimento “Lancieri di Novara” sul fronte russo, sul Don.
Carica di Poloj (17 ottobre 1942): la penultima carica di cavalleria della storia, effettuata dal 14º Reggimento “Cavalleggeri di Alessandria” contro i partigiani comunisti in Jugoslavia.
Fonte Wikipedia
Per la foto di copertina si ringrazia l’autore Claudio Prati Illustratore (https://cprati.com) .
———————
Ussari Alati Polacchi