Francesco Baracca, Grifone e Cavallo nello stemma del suo aereo
L’insegna personale di Baracca, che l’asso faceva dipingere sulla fiancata sinistra del proprio velivolo – sulla destra trovava posto quella della 91ª Squadriglia (un grifone) – era il famoso cavallino rampante, sulle cui origini e sul cui stesso colore esiste un piccolo mistero.
Diversi indizi sembrano infatti indicare che il colore originario del cavallino fosse il rosso, tratto per inversione dallo stemma (che in un quarto reca appunto un cavallo d’argento in campo rosso) del 2º Reggimento cavalleria “Piemonte Reale” di cui l’asso romagnolo faceva parte, e che il più famoso colore nero sia stato invece adottato in segno di lutto solo dopo la morte di Baracca dai suoi compagni di squadriglia che rinunciarono alle proprie insegne personali.
L’attaccamento al Reggimento di provenienza è peraltro confermato dal fatto che Baracca conservò sull’uniforme i baveri rossi e sul berretto la granata a fiamma dritta (cui aggiunse una piccola elica) propri dei Cavalieri di Piemonte Reale.
Secondo un’altra tesi, il cavallino rampante di Baracca deriverebbe invece non dallo stemma del suddetto reggimento bensì da quello della città tedesca di Stoccarda. Gli aviatori di un tempo, infatti, venivano considerati “assi” solo dopo l’abbattimento del quinto aereo, di cui assumevano talvolta le insegne in onore del nemico sconfitto.
Baracca, noto per la sua lealtà e il suo rispetto per l’avversario, avrebbe quindi fatto dipingere sulla carlinga del suo velivolo il cavallino rampante (già nero, secondo questa tesi) visto su quella del quinto aereo da lui abbattuto, un Aviatik (o, secondo altri, un Albatros B.II) tedesco probabilmente guidato da un aviatore di Stoccarda.
Se così fosse, allora i cavallini (o meglio le giumente: Stutengarten – da cui Stuttgart, il nome tedesco di Stoccarda cui l’arma parlante fa riferimento – in antico altotedesco significava “recinto delle giumente”) che compaiono negli attuali stemmi della Ferrari e della Porsche (quest’ultimo desunto direttamente dallo stemma della città tedesca) avrebbero, benché leggermente diversi nella grafica, la medesima origine.
In ogni caso, qualche anno dopo il termine della prima guerra mondiale, nel 1923, la madre di Francesco Baracca diede ad Enzo Ferrari l’autorizzazione a utilizzare l’emblema usato da suo figlio.
Il Cavallino, modificato nella posizione della coda e nel colore dello sfondo, ora giallo in onore della città di Modena, apparve per la prima volta sulle due Alfa Romeo 8C 2300 “Mille Miglia Zagato Spider” passo corto, schierate dalla Scuderia alla 24 Ore di Spa del 9 luglio 1932.
Le due Alfa si classificarono al 1º e 2º posto con gli equipaggi Brivio/Siena e Taruffi/D’Ippolito.
Enzo Ferrari utilizzò il Cavallino rampante anche nella squadra che fondò subito dopo la seconda guerra mondiale: ancora oggi è il simbolo dell’omonima casa automobilistica.
Meno conosciuto è il fatto che anche la Ducati utilizzò il cavallino rampante (pressoché identico a quello della Ferrari) sulle proprie moto dal 1956/57 al 1960/61.
Il marchio fu scelto dal celebre progettista della Ducati Fabio Taglioni, che era nato a Lugo come Baracca.
Nell’Aeronautica Militare Italiana l’emblema del cavallino nero è anche usato nel 10º Gruppo e compare anche in quello del 12º Gruppo caccia, mentre è presente a colori invertiti nello stemma del 4º Stormo e del dipendente 9º Gruppo caccia.
Fonte testo e foto in b/n – Wikipedia.