Il destriero un cavallo da guerra o da torneo
Le origini del cavallo da guerra medievale sono oscure. Probabilmente discendente dal Berbero e dall’Arabo attraverso il Genet di Spagna, animale precursore del Frisone e dell’Andaluso, potrebbe essere stato influenzato da bestie d’origine orientale, come il Turcomano iraniano ed anatolico, importati a seguito delle Crociate.
Indipendentemente dalla loro esatta origine, i cavalli spagnoli furono considerati i più efficienti e costosi. In Germania, il termine Spanjol è usato per descrivere le qualità dei cavalli da guerra; tuttavia, fonti letterarie in lingua tedesca potrebbero riferirsi anche a cavalli provenienti dalla Scandinavia.
Il destriero o destrière era il cavallo da guerra o da torneo, associato ai cavalieri del Medioevo, nell’Europa occidentale. Addestrato a portare il suo cavaliere in armatura e il suo equipaggiamento in situazioni di conflitto, esperto nella carica al galoppo durante i giochi militari (giostre e quintane), era il più costoso, il più famoso e il meno diffuso dei cavalli dell’epoca. Il suo utilizzo nei tornei risale forse alla fine dell’XI secolo.
In combattimento si diffuse a metà del XII secolo. Svolse un ruolo importante sui campi di battaglia occidentali fino all’arrivo della polvere da sparo alla fine del XIV secolo, il cui uso pose definitivamente fine alla supremazia militare della cavalleria all’inizio del XVI secolo.
La pratica dei tornei continuò fino all’inizio del XVII secolo, poi il dressage classico si impose tra la nobiltà ed i destrieri scompaiono dai registri, sostituiti dai cavalli barocchi.
Esistono controversie sul suo modello, con alcuni storici che sostengono ancora che fosse un animale immenso con il fisico di un cavallo da tiro, che misurava fino a 1,80 al garrese.
Recenti ricerche dimostrano una taglia più modesta (1,50 m in media) e un fisico più vicino al robusto cavallo da sella. Le prove di ricostituzione sono in corso dal 1991, incrociando un cavallo da sella atletico con un cavallo da tiro leggero.
Il destriero è ben noto alla cultura popolare attraverso i suoi esponenti nei racconti del ciclo arturiano e del ciclo carolingio: es. Baiardo, Vegliantino e Gringalet. Oggi è ripreso come cavalcatura da guerra negli universi dei giochi di ruolo e dei videogiochi fantasy eroici.
L’etimo di lingua italiana “destrière”/”destriero” (com l’equivalente “destrier” di lingua francese) deriva dalla parola “dextre”, dal latino dextra, it. “destra”. Attestata intorno al 1100, tale denominazione deriva dal fatto che lo scudiero doveva tenere e dirigere con la mano sinistra il proprio cavallo o bestia da soma mentre con la mano destra conduceva il destriero del cavaliere quando questi non lo montava per combattere. È una regola cavalleresca citata, ad esempio, in Chrétien de Troyes.
In Inghilterra il destriero viene citato per la prima volta in latino come magnus equus nel 1282.
In francese, i termini “mosodor”, “misaudor” o “misodour”, derivati da “mille sous d’or”, designano il cavallo di battaglia nelle opere letterarie medievali: es. in alcune versioni della canzone del I quattro figli di Aimone e del Romanzo di Alessandro.
Si tratterebbe d’un destriero particolarmente prezioso e costoso. L’etimo di lingua inglese “Great Horse”, it “grande cavallo”, deriva direttamente dalla citazione latina magnus equus ed identifica l’animale sia per le sue dimensioni sia per la sua reputazione, ma è in uso anche la forma “destrier” direttamente derivata dal francese. La stessa cosa vale anche per la lingua tedesca.
Esistono altri termini per designare i cavalli da guerra medievali, una difficoltà sta nell’uso di più parole per designare una funzione del cavallo, o viceversa.
I nomi “destriero” e “corsiero” sono usati in modo intercambiabile, a volte anche all’interno del medesimo documento.
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