
L’operazione coinvolge 11 fari italiani, pronti per essere valorizzati, quali: il faro di Brucoli ad Augusta (Sr), il faro di Murro di Porco a Siracusa (Sr), il faro di Capo Grosso nell’ Isola di Levanzo – Favignana (Tp), il faro di Punta Cavazzi ad Ustica (Pa), il faro di Capo d’ Orso a Maiori (Sa), il faro di Punta Imperatore a Forio d’ Ischia (Na), il faro di San Domino alle Isole Tremiti (Fg) e i due beni sull’ Isola del Giglio (Gr) proposti dal ministero della Difesa, il faro Punta del Fenaio e il faro di Capel Rosso.
A questi primi nove, si aggiungono altri due siti della Difesa, quello dell’ isola delle Formiche (Grosseto) e dell’ isola Capo Rizzuto (Crotone).
I tre fari sulle isole toscane, cioĂ© due sull’Isola del Giglio, Punta del Fenaio e Capel Rosso e quello alle Isole Formiche (Grosseto), sono strutture a disposizione del demanio militare, a differenza delle altre sparse sulle coste italiane.
La formula non sarĂ quella della vendita, ma della concessione cinquantennale in cambio di un canone annuo che si dovrebbe aggirare sui 100.000 euro a faro al massimo, almeno tanto costa lâunico faro dato in concessione in via sperimentale: quello di Capo Spartivento in Sardegna.
I costi di ristrutturazione sono giĂ stati stimati: si parla di 1.500/2.000 euro al metro quadrato.
La concessione delle strutture prevede un piano di promozione turistica che coinvolga tutto il territorio e non solo il nuovo resort.
La prima fase di consultazione pubblica Ăš partita il 10 giugno e durerĂ due mesi necessari per mettere a punto i bandi di gara da pubblicare in autunno e da concludere a inizio 2016.
Fonte
.^.
Note di redazione
1) Lista dei fari in Italia, https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei_fari_in_Italia
2) Fari e segnalamenti, https://www.marina.difesa.it/storiacultura/fari/Pagine/2156.aspx