Le spezie nella Bibbia
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La Bibbia ebraica contiene molte allusioni alle spezie e al loro commercio. Il Regno di Israele era infatti un ponte tra l’Africa e l’Asia, tra gli imperi del Nilo e quelli del Tigri e dell’Eufrate, tra l’ Egitto dei faraoni e la Mesopotamia assira, babilonese e persiana.
L’importanza degli aromi può essere notata già nella Genesi : la seconda moglie di Abramo si chiama Keturà, cioè “incenso” in ebraico, e due dei figli di Ismaele, Bashmath e Mibsam, portano un nome derivato dal termine bosem (it. “spezia”).
Nei Libri dei Re, la regina di Saba si arrende «a Gerusalemme con un nutrito seguito e cammelli carichi di spezie» che offre a Salomone e Israele non vedrà mai «una così grande quantità di aromi e spezie».
L’Antico Testamento contiene ancora molte altre testimonianze della prosperità che il regno di Saba trasse dal controllo sulla via dell’incenso.
Il Libro dell’Esodo (attribuito a Mosè, XIV secolo a.C.) riporta la ricetta dell’olio santo da utilizzare per l’Unzione: mirra, cannella, canna profumata e cassia.
Il Cantico dei cantici (attribuito a re Salomone, X secolo a.C.) contiene un elenco dettagliato «dei migliori aromi»: melograno, henné, nardo, zafferano, canna profumata, cannella, incenso, legno di aloe e mirra.
Incenso e mirra provengono dall’Arabia e dalla costa orientale dell’Africa, melograno e canna dalla Persia, ma i termini ebraici per nardo, zafferano (“karkom” che potrebbe anche riferirsi alla curcuma), cannella e aloe derivano dal sanscrito e potrebbero descrivere prodotti originari dell’India.
La maggior parte di queste parole passò poi al greco nella loro forma semitica, dato che attesta l’importanza dei Semiti nel trasporto di spezie ed aromi nel Mediterraneo.[wikipedia]